«Se i dati mostrano come gli italiani siano ancora molto legati alla proprietà immobiliare, ben più di quanto accada nei Paesi del Nord Europa, – riflette Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it – rispetto agli anni della bolla questa convinzione comincia a vacillare. Nel 2006, infatti, oltre il 60% degli intervistati nel nostro stesso sondaggio dichiarava che avrebbe scelto una casa come bene da tramandare ai propri figli, considerando il momento storico in cui i valori immobiliari continuavano a salire e la domanda si manteneva su livelli molto sostenuti».
La preferenza verso l’immobile come bene rifugio accomuna tutte le generazioni e tutte le regioni italiane: analizzando nel dettaglio le circa 10mila risposte raccolte, non si scoprono grosse differenze fra le diverse fasce d’età o le aree geografiche. Le percentuali di chi investirebbe in una casa per i figli sono poco più elevate della media nazionale al Sud (54,38%) e fra gli over 60 (58,23%).
Chi vorrebbe lasciare un immobile ai propri eredi lo farebbe nel 41,65% dei casi in quanto convinto si tratti dell’unico bene durevole, anche se oltre il 29% lo acquisterebbe perché poco fiducioso nelle possibilità delle nuove generazioni, che difficilmente riusciranno a comprarlo in autonomia. Oltre il 18%, però, ha dichiarato che comprerebbe casa ai figli per evitare che questi sprechino denaro in affitto, percentuale che arriva quasi al 21% al Sud, dove la locazione sembra ancora essere considerata come un “ripiego” alla proprietà.
Oltre il 48% degli intervistati ha manifestato la volontà di comprare una casa per sé per poi lasciarla ai figli in eredità, mentre il 37,81% ne acquisterebbe un’altra direttamente per loro. Solo il 13,93% investirebbe in un immobile da utilizzare come casa vacanze.
Nonostante le discussioni circa il futuro incerto e nomade dei giovani italiani, spesso costretti a cambiare città per lavorare, i genitori si mostrano legati al luogo in cui vivono ed evidentemente sperano che i loro figli rimangano vicino a loro: il 61,36% di quelli che opterebbero per un investimento immobiliare lo farebbe nella propria città. Il 19,20% punterebbe a uno dei grandi centri italiani, il 13,34% preferirebbe una località di villeggiatura e appena il 6,10% investirebbe in un Paese estero.
“Se dovessi pensare in che cosa investire per consolidare il patrimonio dei tuoi figli, cosa sceglieresti?”: chi non ha scelto la casa come risposta a questa domanda ha indicato in maniera meno decisa le altre soluzioni proposte. Il 16,52% del campione avvierebbe un’attività di business redditizia da tramandare, l’11,28% sottoscriverebbe una polizza vita, il 14,89% opterebbe per fondi di investimento e prodotti finanziari e solo il 5,60% acquisterebbe oro e diamanti.
Analizzando le loro ragioni per non aver indicato la casa, il 43,27% reputa gli immobili come beni troppo costosi da mantenere. Contrariamente a chi investirebbe in una casa, chi non l’ha segnalata come preferenza è sensibile al tema dei giovani migranti, tanto che il 31,64% ha ammesso di non sapere dove i figli metteranno radici, motivo per cui sarebbe inutile comprare oggi un immobile per loro. Soltanto il 9% ha detto di non potersi permettere un’abitazione e il 2,69% non ne comprerebbe mai una per i figli per timore che, in caso di futuro divorzio, la casa finisca al loro partner.
(Fonte: Ufficio Stampa Immobiliare.it)